Storia del progetto

L’ecovillaggio Corricelli

L’Ecovillaggio Corricelli è un laboratorio di sperimentazione sociale, e permaculturale, dove si impara a convivere fra esseri umani e con tutti gli altri esseri del bosco, si apprendono tecniche di agricoltura naturale e di artigianato, si vive “in punta di piedi” alleggerendo l’impronta ecologica nel massimo risparmio di energia, si fa della solidarietà una pratica di vita quotidiana.

L’Ecovillaggio fa parte della rete RIVE (rete italiana villaggi ecologici). Il gruppo degli abitanti si è insediato grazie all’auto-costruzione di capanne in legno e balle di paglia, che fanno da strutture di appoggio mentre procede il cantiere di ristrutturazione del borghetto in pietra.

Corricelli è dal 2003 la sede di “Basilico”, il luogo dove prevalentemente i soci si incontrano e si riconoscono. Molti soci hanno collaborato alla costruzione delle strutture, attraverso le attività di formazione che ci hanno consentito di apprendere le tecniche necessarie per fare con le nostre mani, nel rispetto del luogo e della sicurezza dei partecipanti.
Intorno alle capanne ci sono piccole aree coltivate a orto e a frutteto, segno di un ritorno dell’agricoltura in una zona anticamente ricca di colture secondo il modello del Podere toscano, e poi abbandonata negli anni ’60. A Corricelli si coltiva per l’auto-sostentamento, cercando di creare un modello di economia basato sull’autoproduzione di ciò che è necessario, di beni primari, anziché di merci.
Il modello progettuale adottato per Corricelli è quello della Permacultura: un sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani sostenibili. Il termine deriva dalla contrazione di “permanent agricolture” e di “permanent culture”, poiché una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’etica dell’uso della terra. La comunità di Corricelli si autoregola sulla base del Metodo del Consenso per prendere le decisioni e direzionare le energie. E’ il metodo decisionale che è stato adottato per statuto dall’Associazione Basilico e che viene praticato nella rete degli Ecovillaggi.

Corricelli è un piccolo insediamento collinare nella provincia di Prato, situato a mezza costa fra le cime della Calvana e la valle del fiume Bisenzio, in territorio “ANPIL dei Monti della Calvana”. Si affaccia verso sud su una valletta in cui scorre in mezzo al bosco il ruscello Fosso di Mezzana, ed è protetto a nord da un bosco di querce, carpini, frassini e noccioli. Verso ovest si apre un panorama ampio verso la Val Bisenzio e l’occhio può spaziare fino agli Appennini Pistoiesi. Corricelli è l’insediamento più basso della Val Mezzana che comprende il Borgo di Mezzana, la fattoria Torre di Mezzana e l’Agriturismo Santo Stefano.  Il borgo, un complesso colonico antico in pietra, in stato di rudere, è costruito su un terrazzone di roccia proteso su una serie di terrazzamenti un tempo coltivati a viti e ulivi.

Nel 2001 un gruppo di amici acquistano il borghetto di Corricelli (Comune di Cantagallo, provincia di Prato) che gli viene venduto dalla Comunità Montana Alta Valle del Bisenzio, in base a una legge della Regione Toscana , la 9 del ‘97, che recita:”L’idea di porre in vendita alcune centinaia di case coloniche ed altri edifici a uso agricolo attualmente in stato di abbandono, è nata per fermare il degrado e per tentare di rendere nuovamente abitate e abitabili molte zone della Toscana che essendo protette da un uso indiscriminato ormai da alcuni decenni, sono rimaste le più belle e le più intatte, dal punto di vista ambientale. Inoltre, l’esperienza di tante zone sia della Toscana che dell’Italia, ha dimostrato che rendere di nuovo abitate le campagne è un freno ad un uso scorretto dell’ambiente e ai danni che gli possono essere inferti.

Nel 2002 il gruppo dei nuovi proprietari di Corricelli incontra un  gruppo di persone che condividono l’idea di creare un ecovillaggio e stanno cercando un posto adatto. Nasce così l’associazione Basilico con l’obiettivo della “ricerca e la promozione del benessere psico-fisico, emotivo e spirituale della persona” e della progettazione di  “insediamenti duraturi, dove condividere la ricerca e la pratica di uno stile di vita ecosostenibile”. Come prima cosa il gruppo, seguendo il principio della Permacultura “prima di tutto assicurati un raccolto”, si organizza per creare un grande orto sinergico nel terreno concesso in uso da un vicino e socio fondatore, a Santo Stefano: siamo nel marzo del 2003.

Nell’estate 2003 i soci di Basilico si ritrovano a Corricelli per cominciare a preparare il loro insediamento. Il programma è: coltivare un orto anche qui e progettare la ristrutturazione delle case.

Ma la situazione è la seguente: la strada che porta a Corricelli da valle è percorribile solo a piedi, con una camminata di 45 minuti in salita, mentre, arrivando da Montecuccoli, si percorre in macchina solo fino alla Torre di Mezzana. Il borghetto è tutto circondato da bosco e da distese di rovi. La casa è un rudere, non ci arriva né l’acqua, né la corrente elettrica e non c’è traccia di servizi igienici. Non si può pensare di viaggiare avanti e indietro tutti i giorni (e da dove, poi? i soci di Basilico provengono da tutta Italia, i più vicini da Firenze).  Si decide di sistemarsi con tende, dapprima intorno all’aia, che diventa temporaneamente il cuore dell’accampamento. E si comincia a osservare il territorio: solo lentamente sarà possibile scorgere fra la vegetazione il reticolo di sentieri che attraversano il podere e che un tempo collegavano le terrazze coltivate. Normalmente si dovrebbe “ripulire” dai rovi per vedere com’è fatto il terreno, ma la zona è scoscesa e i rovi visibilmente stanno trattenendo il terreno impedendogli di franare.

Si decide quindi di lasciare tutto com’è e di esplorare il luogo armati solo di forbici da potatura, per aprirsi degli stretti passaggi e percorrere i vecchi tracciati che piano piano cominciano a mostrarsi. La strategia immediata è quella dei micro-interventi: pacciamare, cioè ricoprire con materiale organico i sentieri e i passaggi ritrovati che saranno continuamente calpestati, per rallentare il deflusso superficiale della pioggia su quei percorsi; l’uso esclusivo di percorsi prestabiliti per muoversi nel territorio, evitando di calpestare qua e là; il ripristino dei fossetti di scolo della strada per evitare il formarsi di rivoli di scorrimento troppo grandi e impetuosi; il riposo dal pascolo per permettere il riformarsi del novellame arboreo e la copertura erbacea.
Intanto l’orto di Santo Stefano produce bene e tutto il gruppo si lecca quotidianamente i baffi con le ottime insalate e gli ortaggi freschi… E si comincia a trasportare quotidianamente taniche d’acqua per circa 100 litri al giorno con un vecchio fuoristrada, dalla fonte Lupina sopra Terrigoli (circa 6 km da Corriceli). 100 litri al giorno per 25 persone: cominciamo a imparare un uso parsimonioso dell’acqua.

Il passo successivo è sistemare una grande terrazza sottostrada, a monte della casa, per portarci 2 roulottes, dotarci di servizi igienici e cercare l’acqua potabile.
La questione dei servizi viene affrontata costruendo un “compost toilet”, un gabinetto a secco che funziona compostando i rifiuti organici umani e ritrasformandoli in terra.
E viene trovata una fonte di acqua potabile che però è dall’alta parte della valletta di Corricelli e non può essere portata fino alla casa senza l’aiuto di pompe meccaniche: l’insediamento provvisorio deve essere spostato più in basso. Viene individuata un’ampia radura coperta di rovi sotto la casa,  per costruirci una palafitta senza pareti. Il tetto sarà costituito da teloni da treno merci dismessi, acquistati a basso costo dalle FFSS. La palafitta che viene soprannominata “la Basilica”, sarà la cucina, sala da pranzo e sala riunioni. Intanto nasce l’orto, accanto alla “Basilica” e viene costruita una doccia, sempre su palafitta.

…e arriva il primo inverno: il campo di Corricelli è ospitale solo in estate, così una decina di soci decidono di affittare una casa nei pressi di Montecuccoli (lasciando le loro precedenti abitazioni). L’inverno sarà lungo e duro e darà modo al gruppo di cominciare a verificarsi nella convivenza, di confrontare più profondamente le rispettive visioni. Già lo Statuto di “Basilico” prevedeva di adottare il Metodo del Consenso come metodo decisionale, e in questi mesi c’è modo di sperimentarlo.

Si cerca lavoro in gruppo, per non disperderci e applicare i nostri metodi anche in altre situazioni, così il lavoro diventa anche occasione di elaborazione e formazione; intanto l’Associazione continua a promuovere l’agricoltura sinergica in tutta Italia, attraverso momenti di formazione, a partecipare e a organizzare incontri e convegni  a livello nazionale. Nell’estate 2004 viene presa la decisione di cominciare a coltivare in Puglia un altro progetto di ecovillaggio: l’associazione deve portare avanti i suoi scopi statutari e diffondersi il più possibile, ma il gruppo di Corriceli si assottiglia un po’. L’inverno 2005 sarà il primo vissuto a Corricelli da un minuscolo gruppo di coraggiosi abitanti delle roulottes e intanto si progetta la prima costruzione in balle di paglia, dopo un magico incontro con Barbara Jones a Portogruaro.
Primavera ed estate 2005 saranno impegnate nella costruzione della prima casa di paglia e nella progettazione in permacultura, grazie alla presenza di Richard Wade dell’Accademia Spagnola di Permacultura, che guiderà un interessantissimo seminario di due settimane a Corricelli nel giugno 2005 sui principi  e i metodi della progettazione in Permacultura.Il nostro territorio ha ancora tantissimi segreti per noi, così denso di storie antropiche stratificate che è difficile decifrare, ma cominciamo decisamente a conoscerlo meglio e ad adattarci, grazie anche all’applicazione dei metodi appresi dalla permacultura, inoltre le nuove strutture realizzate permettono il passaggio di visitatori e sostenitori e la permanenza di un numero meno esiguo di soci.

E’ il momento di cominciare a pensare più concretamente a un progetto di recupero di tutto il complesso, attività che farà un balzo avanti nella primavera del 2006, grazie all’incontro con l’architetta Maria Luisa Bisognin, segretaria dell’Accademia Italiana di Permacultura. La sintonia sugli obiettivi è totale: conservare rinnovando, cioè mantenere inalterata la fisionomia del borgo, adattandosi però alle mutate condizioni, soprattutto per quanto riguarda l’impoverimento dal punto di vista della biodiversità, della stabilità del territorio, della disponibilità di fonti di energia: situazioni che si presentano ben diverse oggi, rispetto all’epoca di costruzione di Corricelli (1500-1850): oggi non è possibile pensare di riscaldarsi grazie alla presenza delle stalle al piano terra, perché il pascolo ha già fatto troppi danni nella zona, o di bruciare legna in quantità, perché i boschi circostanti sono già stati anche troppo sfruttati, in questi anni di mancata gestione, dopo l’abbandono. Dobbiamo creare una casa “passiva” dove convogliare il calore solare, attraverso coibentazione, creazione di serre termiche, uso dei pannelli solari, come prescrive l’architettura bioclimatica. Usare le differenti esposizioni per riscaldare e refrigerare, a seconda delle stagioni: quindi impianti minimi per il riscaldamento, nulli per la refrigerazione, che può essere sostituita dall’uso di ombreggianti naturali come pergole e rampicanti. Anche i rifiuti saranno compostati e riciclati e le acque di scarico saranno fitodepurate e riutilizzate per l’irrigazione. Vogliamo creare un sistema a cicli chiusi, imitando la natura e abbattendo i consumi e gli scarti, utilizzando esclusivamente energie rinnovabili  e i materiali da costruzione reperibili sul luogo. 

Per quanto riguarda poi la sistemazione del terreno pensiamo a un recupero delle funzioni preesistenti, favorendone il consolidamento. La struttura portante (muretti a secco) delle terrazze è distrutta, a causa dell’erosione e del peso degli alberi. Le terrazze vanno piantumate con piante perenni cespugliose per formare siepi sul lato dello sbalzo, e con alberi da frutta sul lato interno. In questo modo si rende stabile il terreno e contemporaneamente si crea un sistema orto-frutteto.Tutta la fase di progettazione del recupero, per poi arrivare a presentare gli esecutivi in Comune, viene vissuta come un’esperienza collettiva di studio, “tutorata” da Maria Luisa che essendo già diplomata in Permacultura, ha accettato di condurre un’esperienza di progettazione partecipata col gruppo che dovrà abitare Corricelli, anziché limitarsi al ruolo professionale di architetto. Tutto questo, se pure allunga i tempi, ci dà modo di vivere in presa diretta il processo di insediamento, dando enfasi all’importanza del percorso rispetto a quella dei risultati. Allo stesso tempo abbiamo modo di praticare il metodo del Consenso su decisioni che avranno effetti duraturi per noi umani e per il territorio e che sono perciò fondamenti del progetto.

Nell’estate 2007 si dà il via alla costruzione di un annesso importante per il cantiere di ristrutturazione del borghetto: la falegnameria. La tecnica scelta è quella della carpenteria a incastro perfetto, nella quale non siamo esperti, così chiamiamo un maestro, Angelo Todisco, sotto la cui guida perfetta in 10 giorni riusciamo a tirare su la struttura portante. Dieci fra i più bei giorni della storia di Corricelli, per la ricchezza di questa esperienza vissuta soprattutto attraverso le mani: mani che hanno imparato a utilizzare attrezzi tradizionali, a lisciare tronchi, a fabbricare arnesi e chiodi di legno, a manovrare grossi pesi solo con l’uso di corde, a realizzare un’opera di grande valore artigianale senza neanche un watt di corrente e senza macchinari. Una grande soddisfazione e un grande senso di riappropriazione delle competenze e abilità innate….e alla fine dell’anno finalmente otteniamo l’autorizzazione a iniziare i lavori di ristrutturazione sul più piccolo dei corpi di fabbrica del borghetto.

Anche l’estate successiva vedrà l’inizio di un’altra bella costruzione: la seconda casa di Paglia, chiamata “di Mario e Majka” i due amici che hanno dato un grandissimo apporto progettuale, di ricerca di materiali da riutilizzare, di impiego di energie di lavoro e di risorse economiche, a questa nuova impresa.
Di nuovo in queste estati intense molti amici e soci collaborano a queste esperienze di auto-costruzione e di apprendimento di tecniche semplici e accessibili che ci riportano da un lato al senso di autonomia nella gestione dei bisogni e dall’altro alla scoperta del gruppo come organismo creativo e potente.

Nel 2009 cominciamo a sentirci pronti per iniziare una piccola esperienza di allevamento, per far spazio ai compagni di strada diversi, e nasce il pollaio. I polli sono per ora gli unici a Corricelli, ad abitare una casetta con tetto di tegole. Il pollaio è iniziato con due galline e un gallo, Sigfried, che hanno dato luogo a diverse generazioni di pulcini. Evidentemente l’ambiente è favorevole al recupero della naturalità, nel loro caso della cova spontanea e delle nascite naturali. Questa piacevole compagnia dei polli ha aperto la strada alle api, che sono poi arrivate nella primavera 2010: la raccolta di miele del primo anno è stata molto incoraggiante, sia quantitativamente che qualitativamente, grazie alla ricchezza della flora di Corricelli. La vegetazione infatti è ricca di erbe spontanee officinali e commestibili e di arbusti produttivi: prugnolo, rosa canina, corniolo, sambuco, mora di rovo, biancospino, edera, oltre agli alberi di acacia e di castagno.

Oltre al miele, abbiamo cominciato anche a fare attività di trasformazione per autoconsumo di queste essenze in marmellate, liquori, tinture e tisane; probabilmente molte delle piante presenti ha valore anche per la tintoria, ma questo è un campo di indagine ancora da avviare.

Oltre che per tutte queste attività di costruzione, formazione, trasformazione, relazione, Corricelli ha dato impulso anche a progetti che vanno oltre il suo territorio e la sua realtà, come il progetto per il recupero del Borgo di Mezzana e quello di Valbisenzio in Transizione, che hanno visto impegnato il gruppo dei residenti, oltre a molti soci di Basilico…Il gruppo dei residenti comincia ora a sentire il bisogno di una forma giuridica che riconosca e rappresenti la piccola comunità intenzionale che sta condividendo a Corricelli la vita quotidiana, e che dia alla proprietà degli immobili una veste comunitaria.

Nel 2014 nasce quindi “Corricelli”, un’associazione di promozione sociale che acquisisce in enfiteusi perpetuo il diritto reale sulla proprietà del borgo e dei terreni… e la storia continua…